È uno spettacolo molto comune nelle città della Comunitat Valenciana durante l’estate: i vicini che discutono seduti su una sedia davanti alla porta della loro casa. In effetti, “sentarse a la fresca” è stato proposto per essere riconosciuto come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall ‘UNESCO. Ma questa pratica è legale a Valencia?
Qualche giorno fa, a Santa Fe (Granada), la Polizia locale ha pubblicato un avviso sui social network ricordando che la strada è uno “spazio comune regolamentato” e che, sebbene “tomar la fresca” sia una tradizione, tavoli o sedie potrebbero essere rimossi se ostacolano il passaggio o se ci sono assembramenti rumorosi.

Il provvedimento ha scatenato un’ondata di critiche sui social media. Il sindaco Juan Cobo ha chiarito che “non vogliamo proibire nulla” e la polizia ha detto che si trattava solo di un avvertimento preventivo. Hanno insistito: “Tomar el fresco non è vietato da nessuna ordinanza comunale”.
È possibile “tomar la fresca” a Valencia?

Nel caso specifico della città di Valencia, sebbene nessuna ordinanza menzioni espressamente il “tomar la fresca”, esistono diversi regolamenti comunali che direttamente o indirettamente influiscono su questa pratica, soprattutto se viene effettuata sul marciapiede o sulla strada pubblica.
L’ordinanza del 2015 che regola l’occupazione del suolo pubblico comunale non menziona espressamente questa tradizione, così come altre ordinanze valenciane come quella del Comune di Cullera.
Tuttavia, stabilisce che qualsiasi occupazione di spazio pubblico (anche con arredi privati, come le sedie) richiede un’autorizzazione se implica un uso privato, anche se temporaneo.
Questa norma riguarda principalmente gli esercizi alberghieri e di ristorazione e l’installazione di terrazze. Una sedia in strada, se intralcia il passaggio o viene posizionata ripetutamente, può essere considerata un’occupazione senza autorizzazione.
La Polizia Locale può sgomberare e sanzionare se rileva occupazioni che interferiscono con la mobilità o l’uso pubblico, che in questo caso, se considerate, possono comportare sanzioni fino a 750 euro come reato minore.

D’altra parte, l’ordinanza sull’inquinamento acustico di Valencia (art. 41) vieta di gridare, urlare o alzare la voce dalle 22:00 alle 08:00 (9:30 il sabato e la vigilia dei giorni festivi).
Pertanto, anche se non è vietato stare seduti in silenzio, fare rumore o suonare musica può essere punibile, anche dall’interno della casa se viene proiettato sulla strada pubblica.
In pratica, questa tradizione non è così radicata nella capitale valenciana come in altri comuni della provincia. Si può trovare in quartieri come Cabanyal-Canyamelar, l’antico Campanar o Benimaclet, dove esistono ancora strade pedonali che mantengono la struttura di piccoli edifici e piani terra.
Per quanto riguarda gli incontri di massa tra vicini, Valencia regolamenta le modalità di svolgimento: qualsiasi attività popolare o ricreativa in spazi pubblici, comprese le tradizioni di quartiere, i club o gli eventi sportivi/artistici, richiede un’autorizzazione esplicita.
L’autorizzazione specificherà i limiti di rumore e gli orari, oltre al rispetto di altre norme.
Il caso di Cullera: lo riconosce la sua ordinanza sulla mobilità.

A differenza di Valencia, Cullera riconosce formalmente questa tradizione nella sua ordinanza sulla mobilità. All’articolo 8.2 si legge che i cittadini, “seguendo una tradizione storica, possono occupare parte dei marciapiedi […] e anche parte della strada […] e possono rimanere seduti su sedie all’aperto, purché non interferiscano con il traffico […]”.
La precedenza ai pedoni viene data persino a chi è seduto, purché la discesa sulla carreggiata non costituisca un rischio.
Albuixech e Andilla sono altri comuni che hanno espressamente disciplinato questa pratica nei loro regolamenti.